di Giuseppe Zaccaria
Dalle Memorie del presbiterio di Emilio Praga ai capolavori di Gadda, la vicenda dei romanzi interrotti ha segnato la storia di scrittori sperimentali eccentrici, bizzarri. A questo destino non doveva sfuggirer Ernesto Ragazzoni (1870-1920) e poco importa accertarne la ragione. La ripresa di motivi scapigliati – da Poe agli autori del fantastico e dell'inconoscibile – si coniunga nell' Ultima dea (Pubblicato nel 1892 in dispense dal “Novelliere del popolo”) con l'iperbolica e quasi parodica esasperazione di una trama che diventa digressione, avvolgendosi a spirale nell'allucinata fissazione di atmosfere cupe e demoniache. L'ignoto continuatore poiu, come da copione, ricondurrà il racconto ai suoi più scontasti esiti feuilletonistici. ( Dall'ultima pagina di copertina )
|