L’omaggio ad un antifascistadi
Alberto Lovatto Cesare
Bermani Cresciuto in un famiglia colta e socialista, iscritto al Psu nel 1925, arrestato più volte, deferito al Tribunale speciale, condannato al carcere e successivamente al confino, Corrado Bonfantini è figura intensa e sfaccettata di antifascista. L’estromissione dal Pcd’I, avvenuta a Ponza, la segnalazione di “isolarlo”, pubblicata ne “l’Unità” clandestina del 1937, lo costringono, sul finire degli anni trenta, ad un periodo di inattività forzata, da cui uscirà solo dopo la caduta del fascismo, impegnandosi, anche qui controcorrente, per la costituzione delle formazioni “Matteotti”, divenendo figura chiave di quel movimento e del socialismo milanese durante il periodo resistenziale. Bermani ne percorre la vita, dandoci, attraverso di lui, uno spaccato intenso ed “avvincente” delle tensioni ideali, degli scontri, delle amare incomprensioni del travaglio ideologico di quel periodo. E
poi avanti ancora, seguendone la biografia, attraverso il contrasto con
le posizioni fusioniste presenti nel Psi del dopoguerra, il passaggio al
Psdi, nelle cui file Bonfantini è eletto deputato, alla rottura anche
con quel partito ed all’isolamento degli ultimi anni. Un omaggio intenso ed accorato, questo di Cesare Bermani, che nasce da una conoscenza profonda, costruita muovendo da incrociate e pluriennali ricerche dell’autore intorno a questi temi. Pur non nascondendo affatto la propria adesione emotiva a molti degli atteggiamenti di Corrado Bonfantini, Bermani sa tuttavia evidenziarne gli aspetti oscuri, gli angoli bui, le contraddizioni e gli errori. Approfittando della ricostruzione di una singola biografia, entra così nel vivo di questioni complesse, di problemi ancora irrisolti, delle piccole-grandi scelte di anni intensi della nostra storia. |